INAUGURAZIONE 21 GENNAIO ORE 21:00
(Dal 21 gennaio all’11 febbraio)
Autunno in val d’Orlo.
Vorrei solo credere che fosse possibile che…
C’è un suono, come note musicali, di canti d’uccelli, che filtra ovattato dalla coltre di nebbia che, alzandosi, sta rivelando la campagna.
E ci penso un’altra volta, un’altra volta ancora a dov’è che questa strada porta.
Ci penso perché, anche questa volta, come tante altre volte, tutta questa bellezza mi sorprende.
E ci penso perché, solamente, ci abito.
Magari, invece, altri, chissà cosa a pensano quando passano di qua.
Per qualcuno è solo consumare il proprio tempo, per altri è tutto fuori posto in questo paesaggio.
E io, invece, solamente, mi agito per l’emozione. Mi agito così tanto che a volte mi coglie alla gola una paura. Che tutto sparisca come per Cenerentola a mezzanotte.
Oggi questa bellezza sembra parlarmi più di altre volte. I colori che coprono e compongono il paesaggio mi urlano, per quanto mi prendono l’attenzione. Ed è un bel rumore.
C’è un senso che trovo a questa mattina d’autunno, nella poetica armonia che in questi istanti si va creando tra luci, forme e colori del paesaggio e il ritmo musicale delle note che si contano nei suoni che vi corrono.
Ora che ascolto e guardo, questo senso lo trovo, anche se alcune cose le riconosco e altre no.
Non c’è una questione di adeguatezza, né una incompletezza per una mancata immediata condivisione, semmai l’attenzione dovuta per non perdermi questa occasione.
Fermarsi qui è uscire dal mondo, e ripenso a Giubbe Rosse di Battiato, alla casa in collina, alle lucertole sulla strada, da evitare. Alle tappe di un cammino di una vita.
Mi guardo attorno, e tutto mi sembra ancor più perfetto.
Adesso guardo, ascolto e penso. E’ un bel rumore e me ne compiaccio.
Ora che (non) sono solo, tutto ciò si può solo vivere, sapendo che tutto non può che restare nel caos così com’è, perché tutto è nel caos, così come me.
Vorrei solo credere che fosse possibile che tutto questo potesse durare all’infinito, anche se so che è solo un ciclo con fasi immutabili, ma con dettagli irripetibili.
Aurelio Cupelli
55 anni, vive a San Miniato, coltiva la passione per la fotografia dall’età di 16 anni, quando acquistò la prima macchina fotografica, scambiandola con i buoni mensa scolastici. Negli anni ha maturato un rapporto con il territorio, che lo ha portato a una copiosa produzione di piccole edizione autoprodotte e a numerose esposizioni.
Fin dall’inizio della sua esperienza fotografica, ha incentrato il rapporto con l’immagine ritratta, facendone un elemento di una più ampia esigenza, narrativa, dedicandosi alla rappresentazione dal vero, attraverso la fotografia e le parole, del mondo che lo circonda. Dalla prima esposizione del 1988, che lo legherà in maniera quasi indissolubile all’appuntamento della Mostra Mercato del Tartufo Bianco di San Miniato, sono trascorsi oltre trent’anni, attraverso un percorso che lo ha portato a indagare presente e passato del mondo che si muove attorno a lui. Continuando il suo primo principale percorso di rappresentazione dal vero dei luoghi a lui più consueti, come in una perenne sfida nel cercare l’interesse e l’emozione anche nel quotidiano, anche più ripetitivo, per più di sette anni ha tenuto quotidianamente aperto e aggiornato un blog, mostrando ai frequentatori della reta, attraverso questa finestra, la sua visione del mondo.
La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì, dalle ore 9:00 alle ore 13:00, dalle ore 15:00 alle ore 18:00 e nelle sere di spettacoli della Stagione teatrale 2022.