27 MARZO 2020 ORE 21,30
27 MARZO 2020 ORE 21,30
❌Preso atto del nuovo DPCM del 4 marzo, firmato dal premier Conte, lo spettacolo è rimandato presumibilmente a venerdì 24 aprile. ❌
Venerdì 27 marzo ore 21:30
LA LISTA
Salvare l’arte: il capolavoro di Pasquale Rotondi
di e con Laura Curino
collaborazione alla messa in scena Gabriele Vacis
ricerche storiche e assistente alla drammaturgia Beatrice Marzorati
disegno luci e tecnico di scena Alessandro Bigatti
ricerche storiche e organizzazione Federico Negro
ideazione, produzione e distribuzione Silvia Brecciaroli e Paola Cimatti – Formula Servizi per la Cultura
Cinque anni tre mesi e otto giorni di passione, rischi, avventure rocambolesche, decisioni sul filo del rasoio.
Potrebbe essere un agente segreto, tanto sa scivolarti accanto passando inosservato. Un sorriso appena accennato, ma sempre cortese. Occhi che brillano di intelligenza, ma che si abbassano per modestia. Il passo misurato nasconde una immensa capacità di lavoro fisico e mentale.
Vive nascosto sotto l’identità di un fedele servitore dello stato. Va detto che soprintendente lo è davvero. Si occupa d’arte, sta ai margini delle decisioni politiche. Corretto. Scrupoloso.
Una bella famiglia, cui cerca far ritorno ogni sera.
Una moglie bellissima cui regala sempre – tra tanti gesti gentili – un mazzo di violette il primo giorno di primavera. Due bimbe che non devono sentir parlare di lavoro, ma essere allegre e diligenti.
Sotto questo quadretto di normalità quotidiana si nasconde Pasquale Rotondi, l’uomo che ha salvato quasi 10.000 preziosissime opere d’arte italiane dalla rapacità nazista e dalla distruzione bellica. Il tutto nel più grande segreto. Un uomo che è stato capace di prendere decisioni difficilissime, a volte andando contro gli ordini dei suoi superiori e mettendo in pericolo la sicurezza sua e della sua famiglia.
È l’otto settembre 1943. Il governo si sgretola. Viene proclamata la repubblica di Salò. I ministeri lasciano Roma. Nessuno dà più ordini chiari, e c’è anche chi dà ordini irresponsabili che vanno contro l’interesse dei cittadini e quindi dello Stato.
È qui che Rotondi, obbedendo solo alla sua coscienza etica e al suo senso di responsabilità, diventa eroico. Lo si deve a lui se i nazisti non sono riusciti a mettere le mani sui Giorgione, Tintoretto, Piero della Francesca, Lotto, Mantegna, Donatello, Correggio, Caravaggio, Tiepolo e tanti altri capolavori delle Marche, del Veneto e della Lombardia, di Roma e di Napoli.
A Firenze e nel resto d’Italia riuscirono invece a depredare i musei e la loro rapina non è ancora stata del tutto sanata. Molte opere hanno preso il largo per sempre.
È un racconto di avventura, di luoghi preziosi (Palazzo Ducale di Urbino, Rocca di Sassocorvaro, Residenza del Principe di Carpegna), di opere di immenso valore portate in salvo da un pugno di persone senza denaro e senza strumenti.
Solo l’intelligenza e la capacità organizzativa di un uomo come Rotondi poteva farcela, contro tutto e contro tutti.
È una storia che dà coraggio, fa riflettere sul significato della parola “responsabilità” e ci porta in una storia mozzafiato che meriterebbe un grande film.
In attesa… ve la racconto io.
Si ringraziano Giovanna e Paola Rotondi, Salvatore Giannella, Oriano Giacomi, Silvano Tiberi.
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